A quando lo statuto?

In questi giorni, tra le varie associazioni naturalistiche che operano sul territorio di San Benedetto del Tronto, circola una domanda ricorrente: ma quando si firma lo statuto della riserva della Sentina?

Ad un anno ormai dall’istituzione della riserva naturale della Sentina (delibera regionale numero 156 del 14 dicembre 2004) ci si interroga sul perché ancora non sia stato definitivamente approvato lo statuto che il Comitato di Indirizzo ha ormai da tempo preparato e sottoposto all’attenzione delle varie autorità per eventuali osservazioni e modifiche.

Va dato atto tuttavia al Comitato di Indirizzo e in particolar modo al presidente Enrico Damiani che, prima di procedere alla firma definitiva dello statuto, ha voluto sottoporre la bozza del documento all’attenzione degli enti e delle associazioni che in qualche misura operano nella Sentina, affinchè potessero essere espresse eventuali osservazioni.

Ci è sembrato questo un gesto di grande sensibilità che va nella direzione, da noi sempre auspicata, di ricercare la piena collaborazione con le persone che sentono e vivono in prima persona la questione della Sentina. Dunque un leggero ritardo imputabile a ciò è pienamente giustificato, ma attenzione a non procrastinare oltre il lecito poichè ci sono dei termini ben definiti che vanno rispettati.

La firma dello statuto ovviamente è il primo indispensabile passo per poter fruire in pieno dei finanziamenti già stanziati per la riserva della Sentina e per dare dunque inizio ad una serie di interventi di riqualificazione e sviluppo (in senso naturalistico, naturalmente) di tutta l’area. Finanziamenti che altrimenti andrebbero persi, ancora una volta, con grave danno per la riserva che invece ha bisogno di interventi importanti ed immediati.

Tali interventi sono fondamentali al fine di gettare le basi per ciò che diventerà la Riserva Naturale della Sentina anche a livello economico, ovvero come valore aggiunto e arma in più per dare una spinta al turismo sambenedettese che è in calo, almeno come numero di presenze.

Potrà alleviare o addirittura eliminare, parte dei disagi a cui gli abitanti della Sentina sono costretti a sottostare da anni e che noi, come Associazione denunciamo da tempo. L’incuria ed il disinteresse nei confronti della zona, l’hanno infatti resa, negli ultimi anni, un luogo dove potersi permettere qualsiasi tipo di comportamento illecito o quantomeno poco rispettoso dell’ambiente e della persone che vi dimorano.

A tal proposito l’Associazione Sentina ha anche elaborato e posto all’attenzione del Comitato di Indirizzo, un’accurata relazione circa lo stato in cui attualmente versa l’intera zona interessata dalla delibera regionale e conseguentemente ha prodotto una serie di richieste d’intervento da attuarsi prima possibile nell’area della Riserva.

Di seguito, per ovvie ragioni di spazio, riportiamo solo la sintesi degli interventi richiesti:

  • Far partire un piano di protezione dell’area della riserva dall’erosione marina e in particolare intervenire immediatamente a protezione del casolare del 1500 minacciato dal mare ormai a ridosso;
  • Organizzare un incontro con le persone che risiedono nella riserva e nelle immediate vicinanze per divulgare gli scopi della riserva e per chiedere la collaborazione della cittadinanza nella conduzione.
  • Tabellare l’area della riserva, specialmente nei punti di accesso, con indicazioni e mappe che descrivano la composizione della riserva (le varie fasce) e i limiti di acceso;
  • Effettuare la pulizia dei fossi e dei canali di scarico con particolare attenzione al fosso scolmatore che segna il confine della riserva con il paese;
  • Sistemare le strade all’interno dell’area della riserva affinché siano percorribili a piedi, in bicicletta e dai portatori di handicap;
  • Ripristinare le essenze arboree (siepi ed alberi) lungo le strade principali della riserva;
  • Imporre limiti stradali per limitare la velocità dei veicoli autorizzati al transito;
  • Intensificare i controlli atti ad impedire il transito dei veicoli non autorizzati e l’uso scorretto del territorio (scarico rifiuti, decollo e atterraggio velivoli, pascolo nella zona integrale, ecc.);
  • Ripristinare l’accesso alla foce del fiume Tronto attraverso la riapertura del tratto stradale adiacente l’argine, attualmente chiuso da cumuli di detriti e steccati;
  • Sanare alcune situazioni non compatibili con lo status di riserva (baracche, roulotte, depositi materiali da rottamazione, recinzioni);
  • Creare percorsi specifici e punti di osservazione per accogliere appassionati visitatori.
  • Ripristinare alcuni laghetti con acqua salmastra in luoghi distanti dal centro abitato per non creare disagi alla popolazione;
  • Creare apposite zone, in corrispondenza degli ingressi della riserva, ove sia possibile lasciare l’auto per recarsi a piedi o in bicicletta nella riserva;
  • Creare piste ciclabili che si raccordino con quelle già esistenti;
  • Creare all’interno dell’area di promozione sociale e turistica apposite isole di ristoro e svago (ad esempio pinete);
  • Recuperare i casolari disabitati e pericolanti facendone sedi di studi e/o musei.

Come si può osservare, argomenti ed idee su cui impegnarsi e lavorare non mancano.
Ciò che manca al momento è solo la firma dello statuto da parte delle autorità competenti che darebbe il via ufficiale a tutte le operazioni.

E’ per questo che l’Associazione Sentina rivolge un accorato appello ai membri del Comitato di Indirizzo, al commissario Iappelli (il comune di SBT è l’ente gestore della riserva), alla Provincia e alla Regione affinché tutti si adoperino per lo scatto di reni finale che serve per tagliare l’ambito traguardo.

 

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